8° Giorno La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà
La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà ebbe il mandato di mettere in salvo le sorti dell'uman genere dal suo Creatore.
Preghiera alla Celeste Regina, per ogni giorno del mese di Maggio/Ottobre
Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti in questo mese a te consacrato la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino, e stretta alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini per farmi comprendere che significa "Volontà di Dio". Ave Maria...
Fioretto del Mese
La mattina, (a) mezzogiorno e (a) sera, cioè tre volte al giorno, andare sulle ginocchia della nostra Mamma celeste e dirle: "Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno.
Audio del 8° Giorno La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà
L'anima alla divina Mandataria
Eccomi a te, Mamma celeste. Mi sento che non so stare senza della mia cara Mamma; il mio povero cuore è irrequieto, ed allora me lo sento in pace, quando sto nel tuo grembo come piccola piccina, stretta al tuo cuore, per ascoltare le tue lezioni. Il tuo dolce accento mi raddolcisce tutte le mie amarezze, e dolcemente mi lega la mia Volontà; e mettendola come sgabello sotto la Divina Volontà, mi fa sentire il suo dolce impero, la sua vita, la sua felicità.
Lezione della celeste Mandataria
Figlia mia carissima, sappi che ti amo assai; fidati della Mamma tua, e sii sicura che riporterai vittoria sulla tua volontà. Se tu mi sarai fedele, io prenderò tutto l'impegno su di te, ti farò da vera Mamma; perciò, ascolta ciò che feci per te presso l'Altissimo.
Io non facevo altro che portarmi sulle ginocchia del mio Padre celeste. Io ero piccina, non nata ancora; ma il Voler Divino, di cui io ne possedevo la vita, mi rendeva accessibili le mie visite al mio Creatore. Per me tutte le porte, le vie, tutte erano aperte, né io avevo timore e paura di loro. La sola volontà umana mette paura, timore, sfiducia, e mette lontana la povera creatura da colui che tanto l'ama e che vuol essere circondato dai suoi figli. Sicché se la creatura ha paura e teme, e non sa stare come (da) figlia a padre col suo Creatore, è segno che la Divina Volontà non regna in lei, e perciò sono (queste creature) le torturate, le martiri della volontà umana. Perciò, non fare mai la tua volontà, non voler torturarti e martirizzarti da te stessa, che è il più orribile dei martiri, senza sostegno, e senza forza.
Quindi, ascoltami: io mi portavo nelle braccia della Divinità; molto più che mi aspettavano e facevano festa nel vedermi. Mi amavano tanto che al mio apparire versavano altri mari d'amore e di santità nell'anima mia. Non mi ricordo mai di essermi partita da loro, senza che non mi aggiungessero altri doni sorprendenti.
Onde, mentre stavo nelle loro braccia, io pregavo per l'umana genere; e molte volte, con lacrime e sospiri, piangevo per te, figlia mia, e per tutti. Piangevo per la tua volontà ribelle, per la tua triste sorte di vederti messa nella schiavitù di essa, che ti rendeva infelice. Vedere infelice la figlia mia mi faceva versare lacrime amare fino a bagnare le mani del mio celeste Padre col mio pianto; e la Divinità, intenerita dal mio pianto, continuo a dirmi:
Figlia nostra diletta, il tuo amore ci lega, le tue lacrime smorzano il fuoco della divina Giustizia, le tue preghiere ci tirano verso le creature, che non sappiamo resistere; perciò diamo a te il mandato di mettere in salvo le sorti del genere umano. Tu sarai la nostra mandataria in mezzo a loro. A te affidiamo le loro anime; tu difenderai i nostri diritti, lessi per le loro colpe; starai in mezzo, tra loro e noi, per aggiustare le partite d'ambo le parti. Sentiamo in te la forza invincibile della nostra Volontà Divina, che per mezzo tuo prega (e) piange. Chi ti può resistere? Le tue preghiere sono comandi, le tue lacrime imperano sul nostro Essere divino: perciò, avanti nella tua impresa!"
Ora, figlia mia carissima, il mio piccolo cuore si sentiva consumare d'amore, ai modi amorevoli del parlare divino, e con tutto amore accettai il loro mandato, col dirle: "Maestà altissima: son qui, fra le vostre braccia; disponete di me ciò che volete. Io ci metterò anche la vita, e se avessi tante vite per quante creature (ci) sono, io le metterei a disposizione loro e vostra, per portarle tutte salve nelle vostre braccia paterne."
E senza sapere allora che io dovevo essere la Madre del Verbo divino, io sentivo in me la doppia maternità: maternità per Dio, per difendere i suoi giusti diritti, (e) maternità per le creature, per metterle in salvo. Mi sentivo madre di tutti; il Volere Divino che regnava in me, che non sa fare opere isolate, mi portava in me Dio e tutte le creature di tutti i secoli. Nel mio materno cuore sentivo il mio Dio offeso, che voleva essere soddisfatto, e sentivo le creature, sotto l'impero della Giustizia divina. Oh, quante lacrime versai! Volevo far scendere le lacrime mie in ogni cuore, per far sentire a tutti la mia maternità tutta d'amore. Piansi per te e per tutti, figlia mia. Perciò ascoltami; abbi pietà del mio pianto; prendi le mie lacrime per smorzare le tue passioni e per fare che la tua volontà perda la vita. Deh, accetta il mio mandato, cioè che tu faccia sempre la Volontà del tuo Creatore.
L'anima
Mamma celeste, il mio povero cuore non regge nel sentire quanto mi ami. Ah, mi ami troppo, fino a piangere per me! Le tue lacrime me le sento scendere nel mio cuore, e come tante ferite mi feriscono e mi fanno comprendere quanto tu mi ami. Ed io voglio unire le mie lacrime alle tue e pregarti piangendo che non mi lasci mai sola, che mi vigili in tutto, e se occorre, battimi pure, dammi da mamma, ed io come piccola figlia tua tutto mi farò fare da te, affinché il tuo mandato sia il mio benvenuto e tu possa portarmi fra le tue braccia al nostro Padre celeste, come atto compiuto del tuo mandato divino.
Fioretto
Oggi, per onorarmi, mi darai la tua volontà, le tue pene, le tue lacrime, le tue ansie, i tuoi dubbi e timori, nelle mie mani materne, affinché come Mamma tua li tenga in deposito nel mio cuore materno, come pegni della figlia mia; ed io ti darò il prezioso pegno della Divina Volontà.
Giaculatoria
Mamma celeste, versa le tue lacrime nell'anima mia, affinché mi guarisca le ferite che mi ha fatto la mia volontà.