23° Giorno La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà

Suona la prima ora del dolore. Una stella con voce muta chiama i Magi ad adorare Gesù. Un profeta si fa rivelatore dei dolori della sovrana Regina.

Preghiera alla Celeste Regina, per ogni giorno del mese di Maggio/Ottobre

Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti in questo mese a te consacrato la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino, e stretta alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini per farmi comprendere che significa "Volontà di Dio". Ave Maria...

Fioretto del Mese

La mattina, (a) mezzogiorno e (a) sera, cioè tre volte al giorno, andare sulle ginocchia della nostra Mamma celeste e dirle: "Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno.

Audio del 23° Giorno La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà

L'anima alla sua Mamma Regina

Mamma mia dolcissima, eccomi di nuovo presso le tue ginocchia; questa tua figlia non può stare più senza di te, Mamma mia. Il dolce incanto del celeste bambino, che ora stringi fra le tue braccia ed ora genuflessa adori ed ami nella mangiatoia, mi rapisce, pensando che la tua sorte felice e lo stesso piccolo Re Gesù, non sono altro che frutti e dolci e preziosi pegni di quel Fiat che distese in te il Regno suo. Deh, oh Mamma, dammi la parola che farai uso della tua potenza di formare in me il Regno della Divina Volontà.

Lezione della mia Mamma celeste

Figlia mia carissima, come son contenta di tenerti vicina, per poterti insegnare come in tutte le cose si può distendere il Regno della Divina Volontà. Tutte le croci, i dolori, le umiliazioni, investite dalla vita del Fiat divino, sono come materia prima nelle sue mani per alimentare il suo Regno e distenderlo sempre più.

Perciò, prestami attenzione ed ascolta la Mamma tua. Io continuavo la mia dimora nella grotta di Betlemme con Gesù ed il caro San Giuseppe. Come eravamo felici! Quella groticella, stando l'infante divino e la Divina Volontà operante in noi, si era cambiata in paradiso. E' vero che pene e lacrime non ci mancavano, ma confrontate ai mari immensi di gioia, di felicità, di luce, che il Fiat divino faceva sorgere in ogni atto nostro, erano goccioline appena gettate in questi mari. E poi, la dolce ed amabile presenza del mio caro Figlio era una delle più grandi felicità.

Ora, figlia cara, tu devi sapere che giunse l'ottavo giorno del celeste bambino, (dac)ché era nato alla luce del giorno, ed il Fiat divino suonò l'ora del dolore, comandandoci di circoncidere il vezzoso bambinello. Era un taglio dolosissimo a cui si doveva sottoporre il piccolo Gesù. Era legge di quei tempi che tutti i primogeniti si dovevano sottoporre a questo taglio doloroso. Si può chiamare legge del peccato, (ed) il mio Figlio era innocente e la sua legge era la legge dell'amore, ma con tutto ciò, siccome venne a trovare non l'uomo re, ma l'uomo degradato, per affratellarsi a lui ed innalzarlo, Si volle degradare e Si sottopose alla legge.

Figlia mia, San Giuseppe ed io sentimmo un fremito di dolore, ma impavidi e senza esitare chiamammo il Ministro e si fece circoncidere con un taglio dolorosissimo. Al dolore acerbo, il bimbo Gesù piangeva e si slanciava nelle mie braccia chiedendomi aiuto. San Giuseppe ed io mescolammo le nostre lacrime con le sue; si raccolse il primo sangue sparso da Gesù per amore delle creature; (Gli) si impose il nome di Gesù, nome potente che doveva far tremare cielo e terra e lo stesso inferno, nome che doveva essere il balsamo, la difesa, l'aiuto ad ogni cuore.

Ora, figlia mia, questo taglio era l'immagine del taglio crudele che l'uomo s'era fatto all'anima sua col fare la sua volontà, ed il mio caro Figlio si faceva fare questo taglio per sanare il duro taglio delle volontà umane, per sanare col suo sangue le ferite dei tanti peccati, che il veleno della volontà umana ha prodotto nelle creature. Sicché ogni atto di volontà umana è un taglio che si fa e una piaga che si apre, ed il celeste bambino, col suo taglio doloroso, preparava il rimedio a tutte le ferite umane.

Ora, figlia mia, un'altra sorpresa: una stella nuova splende sotto la volta del cielo, e con la sua luce va cercando adoratori per condurli a riconoscere ed adorare il bambino Gesù. Tre personaggi, l'uno lontano dall'altro, ne restano colpiti ed investiti da luce superna seguono la stella, la quale li conduce nella grotta di Betlemme ai piedi del bambino Gesù. Ma quale non fu la meraviglia di questi Re Magi, nel riconoscere in quell'infante divino il Re del cielo e della terra, colui che veniva ad amare ed a salvare tutti? Perché nell'atto che i Magi Lo adoravano, rapiti da quella celeste beltà, il nato bambino fece trasparire fuori dalla sua piccola umanità la sua Divinità, e la grotta si cambiò in paradiso, tanto che non sapevano più distaccarsi dai piedi dell'infante divino se non quando (ebbe) ritirata di nuovo nella sua umanità la luce della Divinità. Ed io, mettendo in esercizio l'ufficio di madre, parlai a lungo della discesa del Verbo e li fortificai nella fede, speranza e carità, simbolo dei loro doni offerti a Gesù; e pieni di gioia si ritirarono nelle loro regioni, per essere i primi propagatori.

Figlia mia cara, non ti spostare dal mio fianco, seguimi ovunque. Già stanno per compiersi quaranta giorni dalla nascita del piccolo Re Gesù, ed il Fiat divino ci chiama al tempio per adempire la legge della Presentazione del Figlio mio. Ebbene, (andammo) al tempio. Era la prima volta che uscivo insieme col mio dolce bambino. Una vena di dolore si aprì nel mio cuore: andavo ad offrirlo vittima per la salvezza di tutti! Quindi entrammo nel tempio, e prima adorammo la divina Maestà, poi si chiamò il sacerdote, e messolo nelle sue braccia, feci l'offerta del celeste bambino all'eterno Padre, offrendolo in sacrificio per la salvezza di tutti. Il sacerdote era Simeone, e come lo deposi nelle sue braccia, riconobbe che era il Verbo divino ed esultò d'immensa gioia; e dopo l'offerta, atteggiandosi a profeta, profetizzò tutti i miei dolori... Oh, come il Fiat supremo suonò a distesa sul mio materno cuore con suono vibrante la ferale tragedia di tutte le pene del mio Figlio bambino! Ma quello che più mi trafisse furono le parole che mi disse il santo profeta, cioè: "Questo caro bambino sarà la salvezza e la rovina di molti, e sarà il bersaglio delle contradizioni."

Se il Voler Divino non mi avesse sostenuta, sarei morta all'istante di puro dolore. Invece mi diede vita, e se ne servì per formare in me il Regno dei dolori nel Regno della sua stessa Volontà. Sicché (oltre) al diritto di Madre che tenevo su tutti, acquistai il diritto di Madre e Regina di tutti i dolori. Ah, sì, coi miei dolori acquistai la monetina per pagare i debiti dei figli miei ed anche dei figli ingrati.

Ora, figlia mia, tu devi sapere che nella luce della Divina Volontà io già sapevo tutti i dolori che dovevano toccarmi, ed anche più di quello che mi disse il santo profeta, ma in quell'atto sì solenne di offrire il mio Figlio, (a) sentirmelo ripetere, mi sentii talmente trafitta, che mi sanguinò il cuore, ed aprì squarci profondi nell'anima mia.

Ora, ascolta la Mamma tua: nelle tue pene, negli incontri dolorosi che non ti mancano, non ti abbattere mai, ma con amore eroico fa che il Voler Divino prenda il suo regio posto nelle tue pene, affinché te le converta in monetine d'infinito valore, con cui potrai pagare i debiti dei tuoi fratelli per riscattarli dalla schiavitù dell'umana volontà, per farli rientrare come figli liberi nel Regno del Fiat divino.

L'anima

Mamma santa, nel tuo cuore trafitto metto tutte le mie pene, e tu sai come mi trafiggono il cuore. Deh, fammi da mamma e versa nel mio (cuore) il balsamo dei tuoi dolori, affinché (abbia) la tua stessa sorte, di servirmi delle mie pene come monetine per conquistare il Regno della Divina Volontà.

Fioretto

Oggi, per onorarmi, verrai nelle mie braccia, affinché versi in te il primo sangue che sparse il celeste bambino per sanarti le ferite che ti ha fatto la tua volontà umana, e reciterai tre atti d'amore per mitigare lo spasimo della ferita del bambino.

Giaculatoria

Mamma mia, versa il tuo dolore nell'anima mia, e converti tutte le mie pene in Volontà di Dio.

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(23 bis) La Regina del cielo nel regno della Divina Volontà. Suona la prima ora del dolore: eroismo nel sottoporre l'infante divino al duro taglio della circoncisione.

L'anima alla sua Madre celeste

Mamma divina, il tuo amore mi chiama potentemente presso di te, perché vuoi farmi partecipare delle tue gioie e dei tuoi dolori, per chiuderli nel mio cuore come pegno dell'amore tuo e del bambinello Gesù, affinché comprenda quanto mi avete amato, e quanto sono obbligata ad imitarvi, tenendo il modello della vostra vita per farne una copia perfetta; e tu, Mamma santa, aiutami affinché possa imitarvi.

Lezione della Regina del cielo

Figlia carissima, come sospiro la tua compagnia, per dirti la nostra storia d'amore e di dolore! La compagnia rende più dolci, soavi e care le gioie, ed il dolore resta mitigato e contraccambiato dalla dolce compagnia di chi ci ama.

Ora, tu devi sapere (che) erano appena trascorsi otto giorni dalla nascita dell'infante divino. Tutto era festa e felicità; la stessa creazione, atteggiandosi a festa, festeggiava il Creatore bambino. Ma il dovere interruppe le nostre gioie, perché in quei tempi c'era una legge, che tutti i figli primogeniti dovevano sottoporsi al duro taglio della circoncisione; il mio cuore di Madre sanguinava dal dolore, nel dover sottoporre il mio caro Figlio, la mia Vita, il mio stesso Creatore, ad un dolore sì acerbo. Oh, come avrei voluto farne il cambio! Ma il Voler supremo s'impose sul mio amore, e dandomi l'eroismo, mi comandò di circoncidere il Dio bambino. Figlia mia, tu non puoi comprendere quanto mi costò; ma vinse il Fiat Divino, ed ubbidii unita con San Giuseppe. Ambedue d'accordo, si circoncise il mio caro Figlio. Al taglio doloroso, io mi sentii strappare il cuore e piansi. San Giuseppe piangeva; ed il mio caro bambino singhiozzava; ed era tanto il dolore che tremava, e guardandomi, (in) me cercava aiuto. Che ora di dolore e di spasimo, da parte di tutti e tre! Fu tanto che, più che mare, travolgeva le creature tutte per portare (loro) il primo pegno e la stessa vita di mio Figlio permetterle in salvo.

Ora, figlia benedetta, tu devi sapere che questo taglio racchiudeva profondi misteri: primo, era il suggello che imprimeva nella piccola umanità del celeste bambino la fratellanza con tutta l'umana famiglia; ed il sangue che versò era il primo sborso innanzi alla divina Giustizia per riscattare tutte le umane generazioni. Il caro bambino era innocente; non era obbligato alla legge; ma volle sottoporsi, prima per dare esempio, e poi per dar fiducia, coraggio, e dire a tutti: "Non temete, sono un vostro fratellino simile a voi. Amiamoci e vi metterò tutti in salvo; vi porterò tutti al mio Padre celeste, come miei cari fratelli."

Figlia mia, che esempio che dà il celeste bambino! Lui, che è Autore della legge, ubbidisce alla legge. Solo appena otto giorni nato, e se ne fa un dovere e si sottopone al duro taglio della circoncisione: taglio incancellabile, come incancellabile l'unione che venne a fare con l'umanità degradata. Ciò dice che la santità sta nel proprio dovere e nell'osservanza delle leggi, e nel compiere la Divina Volontà; santità senza dovere non esiste. E' il dovere che mette l'ordine, l'armonia, il suggello alla santità.

Oltre di ciò, figlia mia, tu devi sapere che col sottrarsi Adamo, dopo la sua piccola vita d'innocenza, dalla Volontà Divina, la sua volontà umana restò ferita più che da coltello micidiale, e da questa ferita entrò la colpa, le passioni, perdette il bel giorno della Volontà Divina (e) si degradò tanto che faceva pietà. Ed il mio caro Figlio, dopo le gioie della sua nascita, volle essere circonciso, affinché questa sua ferita sanasse la ferita che si fece Adamo col fare la propria volontà, e col suo sangue gli preparò il bagno per lavarlo da tutte le sue colpe, fortificarlo, abbellirlo in modo da renderlo degno di ricevere di nuovo quella Volontà Divina che respinse, che formava la sua santità e la sua felicità. Figlia, non ci fu opera o pena che lui soffrì, che non cercasse di riordinare di nuovo la Divina Volontà nelle creature.

Perciò ti stia a cuore, in tutte le circostanze anche dolorose, umilianti, di fare in tutto la Divina Volontà, perché esse sono la materia prima in cui si nasconde per operare nella creatura, per farle acquistare la sua vita praticante nella creatura.

Ora, figlia carissima, in tanto dolore sorge la più bella gioia, tanto da arrestare le nostre lacrime; come fu circonciso, gli imponemmo il nome SS. di Gesù, voluto dall'angelo. Nel pronunciare questo nome SS., fu tale la gioia, il contento, da raddolcire il nostro dolore. Molto più che in questo nome, chi lo volesse, avrebbe trovate il balsamo ai suoi dolori, la difesa nei pericoli, la vittoria nelle tentazioni, la mano per non cader in peccato, la medicina a tutti i suoi mali. Questo nome SS. di Gesù (fa) tremare l'inferno, lo riveriscono gli angeli, suona dolce all'orecchio del Padre celeste. Innanzi a questo nome tutti si inchinano ed adorano. Nome potente, nome santo, nome grande, e chi lo invoca con fede sentirà le meraviglie, il segreto miracoloso del(la) virtù di questo nome SS.

Ora, figlia mia, ti raccomando: pronunzialo sempre questo nome, Gesù. Quando vedi che la tua volontà umana debole, vacillante, tentenna nel fare la Divina, il nome (di) Gesù te la farà risorgere nel Fiat Divino; se sei oppressa chiama Gesù, se lavori chiama Gesù, se dormi chiama Gesù, e se ti svegli la prima parola sia Gesù; chiamalo sempre; è un nome che contiene mari di grazia, ma che (la) dà a chi lo chiama ed ama.

L'anima alla sua Regina

Mamma celeste, quanto ti debbo ringraziare delle tante belle lezioni che mi hai dato. Deh, ti prego, scrivile nel mio cuore, affinché mai le dimentichi, e ti prego di dare il bagno del sangue del celeste bambino all'anima mia, affinché mi sani le ferite della mia volontà umana per chiudere la Divina, e per guardia mi scriva sopra d'ogni ferita il nome SS. di Gesù.

Fioretto

Oggi, per onorarmi, farai cinque atti d'amore al nome SS. di Gesù, e mi compatirai nel dolore che soffrii nella circoncisione del mio Figlio Gesù.

Giaculatoria

Mamma mia, scrivi nel mio cuore "Gesù", affinché mi dia la grazia di vivere di Volontà Divina.

(23 ter) La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà lascia Betlemme; il Fiat divino la chiama all'eroismo del sacrificio d'offrire il bambinello Gesù per la salvezza del genero umano. La purificazione.

L'anima alla sua Madre celeste

Mamma santa, eccomi vicino a te per accompagnarti al tempio, dove vai a compiere il più grande dei sacrifici, cioè dare la vita del celeste infante in balia di ciascuna creatura, affinché se ne servano per mettersi in salvo (e) per santificarsi. Ma, ahi dolore, molte se ne serviranno per offenderlo ed anche per perdersi! Deh, Mamma mia, deponi il piccolo Gesù nel cuor mio, ed io ti prometto e giuro d'amarlo sempre e di tenerlo come vita del povero mio cuore.

Lezione della Regina del cielo

Figlia carissima, come ne sono contenta di tenerti vicino! Il mio materno cuore sente il bisogno di sfogare il mio amore e di confidarti i miei segreti. Sii attenta alle mie lezioni ed ascoltami. Tu devi sapere che sono già quaranta giorni che ci troviamo in questa grotta di Betlemme, la prima dimora del mio Figlio quaggiù; ma quante meraviglie in questa grotta! Il celeste infante in una foga d'amore scese dal cielo in terra, (fu) concepito e nacque, e sentiva il bisogno di sfogare quest'amore che faceva; ogni lacrima, vagito e gemito, era uno sfogo d'amore; anche il sentirsi intirizzito dal freddo, le sue labbrucce livide e tremanti, erano tutti sfoghi d'amore che faceva, e cercava la sua Mamma dove deporre quest'amore, che non poteva contenere, ed io ero in preda dell'amore suo. Sicché mi sentivo ferire continuamente e mi sentivo il mio caro piccino palpitare, respirare, muoversi nel mio materno cuore. Me lo sentivo piangere, gemere e vagire, e restavo inondato dalle fiamme del suo amore. Già la circoncisione mi aveva aperto squarci profondi, dove mi versò tanto amore che mi sentivo Regina e Madre d'amore. Io mi sentivo rapita nel vedere che in ogni pena, lacrime e moto che faceva il mio dolce Gesù, cercava e chiamava la sua Mamma come caro rifugio degli atti suoi e della sua vita. Chi può dirti, figlia mia, ciò che passò tra me ed il celeste bambino in questi quaranta giorni? La ripetizione dei suoi atti insieme con me, le sue lacrime, le sue pene, il suo amore, erano come trasfusi insieme, e ciò che faceva lui facevo io.

Ora, essendo giunto (il termine dei) quaranta giorni, il caro bambino, più che mai affogato nel suo amore, volle ubbidire alla legge e presentarsi al tempio per offrirsi per la salvezza di ciascuno. Era la Divina Volontà che ci chiamava al grande sacrificio, e noi pronti ubbidimmo. Figlia mia, questo Fiat divino, quando trova la prontezze nel fare ciò che lui vuole, mette a disposizione della creatura la sua forza divina, la sua santità, la sua potenza creatrice di moltiplicare quell'atto, quel sacrificio per tutti e per ciascuno, mette in quel sacrificio la monetina di valore infinito, (con cui) si può pagare e soddisfare per tutti.

Onde era la prima volta che la tua Mamma e San Giuseppe uscivamo insieme col pargoletto Gesù. Tutta la creazione riconobbe il suo Creatore e si sentirono onorati nell'averlo in mezzo a loro, ed atteggiandosi a festa, ci accompagnarono lungo la via. Giunti al tempio, ci prostrammo ed adorammo la Maestà suprema, e poi (lo) deponemmo nelle braccia del sacerdote, qual era Simeone, il quale ne fece l'offerta all'eterno Padre, offrendolo per la salvezza di tutti; il quale, mentre l'offriva, ispirato di Dio, riconobbe il Verbo divino, ed esultando d'immensa gioia adorò e ringraziò il caro bambino, e dopo l'offerta si atteggiò a profeta e predisse tutti i miei dolori. Oh, come il Fiat supremo dolorosamente fece sentire al mio materno cuore, con suono vibrante, la ferale tragedia di tutte le pene che avrebbe sofferto il mio Figlio divino! Ogni parola era spada tagliente che mi trafiggeva. Ma quel che più mi trafisse il cuore fu il sentire che questo celeste infante sarebbe stato non solo la salvezza, ma anche la rovina di molti ed il bersaglio delle contraddizioni. Che pena! Che dolore! Se il Voler Divino non mi avesse sostenuta, sarei morta all'istante di puro dolore. Invece mi diede vita per cominciare a formare in me il Regno dei dolori nel Regno della sua stessa Divina Volontà. Sicché, col diritto di Madre che tenevo su tutti, acquistai anche il diritto di Madre e Regina di tutti i dolori. Oh, sì, coi miei dolori acquistai la monetina per pagare i debiti dei figli miei ed anche dei figli ingrati.

Ora, figlia mia, tu devi sapere che per la luce della Divina Volontà, che in me regnava, già conoscevo tutti i dolori che dovevano toccarmi ed anche più di quelli che mi disse il santo Profeta; anzi posso dire (che) mi profettizò i dolori che mi sarebbero venuti dalla parte esterna, ma dei dolori interni, che più mi avrebbero trafitta, (e) delle pene interne (passate) tra me e mio Figlio, non me ne fece parola; ma con tutto ciò, in quell'atto sì solenne dell'offerta di mio Figlio, nell'udirmeli ripetere, mi sentii talmente trafitta, che mi sanguinò il cuore e si aprirono nuove vene di dolori e squarci profondi nell'anima mia.

Ora, ascolta la Mamma tua. Nelle tue pene, negli incontri dolorosi, che anche a te non mancano, quando conosci che il Voler Divino vuole qualche sacrificio da te, sii pronta, non ti abbattere, anzi ripeti subito il caro e dolce Fiat, cioè, "quello che vuoi tu (lo) voglio io", e con amore eroico fa che il Volere Divino prenda il suo regio posto nelle tue pene, affinché te le converta in monetina d'infinita valore con cui potrai (pagare) così i tuoi debiti (e) anche quelli dei tuoi fratelli, per riscattarli dalla schiavitù dell'umana volontà (e) per farli entrare, come figli liberi, nel Regno del Fiat divino. Perché tu devi sapere che il Voler Divino gradisce tanto il sacrificio da lui voluto dalla creatura, che le cede i suoi diritti divini, e la costituisce regina del sacrificio e del bene che sorgerà in mezzo alle creature.

L'anima alla sua Madre celeste

Mamma santa, nel tuo cuore trafitto metto tutte le mie pene, che tu sai come mi affliggono. Deh, fammi da mamma, e versa nel mio cuore il balsamo dei tuoi dolori, affinché (io) abbia la tua stessa sorte di servirmi delle mie pene per corteggiare Gesù, tenerlo difeso e riparato da tutte le offese, e come mezzo sicuro per conquistare il Regno della Divina Volontà e farlo venire a regnare sulla terra.

Fioretto

Oggi, per onorarmi, verrai nelle mie braccia, affinché ti offra insieme col mio Figlio al celeste Padre, per ottenere il Regno della Divina Volontà.

Giaculatoria

Mamma santa, versa il tuo dolore nell'anima mia e converti tutte le mie pene in Volontà di Dio.

(23 quater) La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà. Una stella nuova col suo dolce scintillio chiama i Magi ad adorare Gesù. L'Epifania.

L'anima alla sua Madre celeste

Eccomi di nuovo, Mamma santa, sulle tue ginocchia materne. Il dolce Bambino che stringi al seno e la tua beltà rapitrice m'incatenano in modo che non posso allontanarmi da te; ma oggi il tuo aspetto è più bello ancora. Mi sembra che il dolore della circoncisione ti ha resa più bella; il tuo dolce sguardo guarda lontano, per vedere se giungono persone a te care, perché senti la smania che vuoi far conoscere Gesù. Io non mi sposterò dalle tue ginocchia, affinché anch'io ascolti le tue belle lezioni, affinché possa conoscerlo ed amarlo di più.

Lezione della Regina del cielo

Figlia carissima, tu hai ragione (di dire) che mi vedi più bella. Tu devi sapere che quando vidi circonciso mio Figlio e sgorgare sangue dalla ferita, io amari quel sangue, quella ferita, e restai doppiamente Madre: Madre del Figlio mio e Madre del suo sangue e del suo crudo dolore; sicché acquistai innanzi alla Divinità doppio diritto di maternità, doppio diritto di grazie per me e per tutto il genere umano. Ecco perché mi vedi più bella.

Figlia mia, com'è bello fare il bene, soffrire in pace per amor di colui che ci ha creati; questo lega la Divinità alla creatura e le dà tanto di grazie e d'amore, fino ad affogarla. Questo amore e grazie non sanno stare oziosi, ma vogliono correre, darsi a tutti per far conoscere colui che tanto ha dato. Ecco perché sentivo il bisogno di far conoscere mio Figlio.

Ora, figlia mia benedetta, la Divinità, che non sa negare nulla a chi l'ama, fa sorgere sotto l'azzurro cielo una nuova stella più bella e luminosa, e con la sua luce va in cerca di adoratori, per dire col suo muto scintillio a tutto il mondo: "E' nato colui che è venuto a salvarvi! Venite ad adorarlo ed a conoscerlo come vostro Salvatore!"

Ma, ingratitudine umana! Fra tanti, solo tre Personaggi fecero attenzione, e senza badare ai sacrifici, si misero in via per seguire la stella. E come una stella guidava nel cammino le loro persone, così le mie preghiere, il mio amore, i miei sospiri, le mie grazie, che volevo far conoscere il celeste bambino, l'aspettato di tutti i secoli, come tante stelle scendevano nei loro cuori, illuminavano le loro menti, guidavano il loro interno, in modo che si sentivano che, senza conoscerlo ancora, amavano colui che cercavano, ed affrettavano il passo per raggiungere e vedere colui che tanto amavano.

Figlia mia carissima, il mio cuore di Madre gioiva per la fedeltà, corrispondenza e sacrificio di questi Re Magi, per venire a conoscere ed adorare mio Figlio. Ma non ti posso nascondere un mio segreto dolore: fra tanti, tre appena; e nella storia dei secoli, quanti volte non mi si ripete questo dolore ed ingratitudine umana! Io e mio Figlio non facciamo altro che far sorgere stelle, una più bella dell'altra, per chiamare, chi a conoscere il suo Creatore, chi alla santità, chi a risorgere dal peccato; chi all'eroismo d'un sacrificio... Ma vuoi sapere tu quali sono queste stelle? Un incontro doloroso è una stella; una verità che si conosce è una stella; un'amore non corrisposto da altre creature è una stella; un rovescio, una pena, un disinganno, una fortuna inaspettata, sono tante stelle che fanno luce nelle menti delle creature (e) che, carezzandole, vogliono far loro trovare il celeste infante, che spasima d'amore, ed intirizzito dal freddo vuole un rifugio nei loro cuori per farsi conoscere ed amare. Ma, ahimè, io che lo tengo nelle mie braccia, aspetto invano che le stelle mi portino le creature per deporlo nei loro cuori, e la mia maternità viene ristretta, inceppata; e mentre son Madre di Gesù, mi viene impedito di far da madre a tutti, perché non sono intorno a me, non cercano Gesù; le stelle si nascondono e loro restano nelle Gerusalemme del mondo, senza di Gesù. Qual dolore, figlia mia, qual dolore! Ci vuol corrispondenza, fedeltà, sacrificio per seguire le stelle, e se sorge il sole della Divina Volontà nell'anima, quale attenzione non si vuole; altrimenti si resta nel buco dell'umano volere.

Ora, figlia mia, i santi Re Magi, come entrarono in Gerusalemme, perdettero la stella, ma con tutto ciò non cessarono di cercare Gesù. Ma come giunsero fuori della città, la stella ricomparve e li condusse festosi nella grotta di Betlemme. Io li ricevetti con amore di Madre, ed il caro bambino li guardò con tanto amore e maestà, facendo trasparire dalla sua piccola umanità la sua Divinità, per cui, inchinatisi, si inginocchiarono ai suoi piedi adorando e contemplando quella celeste Beltà, lo riconobbero per vero Dio e se ne stavano rapiti, estasiati, a goderselo, tanto che il celeste bambino dovette ritirare la sua Divinità nella sua umanità, altrimenti sarebbero restati lì, senza potersi spostare dai suoi piedi divini. Onde, come si riebbero dal rapimento dove offrirono l'oro delle loro anime, l'incenso della loro credenza ed adorazione, la mirra di tutto l'essere loro (e) di qualunque sacrificio avesse voluto, aggiunsero l'offerta e (i) doni esterni, simbolo dei loro atti interni: oro, incenso e mirra. Ma il mio amore di Madre non era contento ancora; volli dare nelle loro braccia il dolce bambino, ed oh, con quanto amore se lo baciarono (e) se lo strinsero al loro petto! Sentivano in loro il paradiso anticipato. Con ciò mio Figlio legava tutte le nazioni gentili alla conoscenza del vero Dio e metteva a tutti in comune i beni della redenzione, il ritorno della fede a tutti i popoli; si costituiva Re dei dominanti, e con le armi del suo amore, delle sue pene e delle sue lacrime, imperando su tutto, richiamava il Regno della sua Volontà sulla terra. Ed io, la tua Mamma, volli fare da prima apostola; li istruii, li dissi la storia di mio Figlio, il suo amore ardente, li raccomandai che lo facessero conoscere a tutti, e preso il primo posto di Madre e Regina di tutti gli apostoli, li benedissi, li feci benedire dal caro bambino, e felici e con lacrime ripartirono per (le) loro regioni. Io non li lascai; con affetto materno li accompagnai, e per contraccambiarli li facevo sentire Gesù nei loro cuori. Come erano contenti! Tu devi sapere che allora mi sento vera Madre quando vedo che mio Figlio tiene il dominio, il possesso, e forma la sua perenne dimora nei cuori che lo cercano ed amano.

Ora una parolina a te, figlia mia: se vuoi che ti faccia da vera Madre, fammi deporre Gesù nel tuo cuore, lo feliciterai col tuo amore, lo alimenterai col cibo della sua Volontà, perché lui non prende altro cibo, me lo vestirai con la santità delle tue opere, (ed) io verrò nel tuo cuore e crescerò di nuovo insieme con te il mio caro Figlio, e farò a te e a lui l'ufficio di madre; così sentirò le pure gioie della mia fecondità materna. Tu devi sapere che ciò che non incomincia da Gesù che sta dentro il cuore, (ancorché siano) le opere più belle esterno, non possono mai piacermi, perché sono vuote della vita del mio caro Figlio.

L'anima alla sua Madre celeste

Mamma santa, come devo ringraziarti che vuoi deporre il celeste bambino nel mio cuore! Come ne sono contenta! Deh, ti prego che mi nasconda sotto del tuo manto, affinché non veda che il solo bambino, che sta nel cuor mio, e formando di tutto il mio essere un solo atto d'amore di Volontà Divina, lo cresca tanto fino a riempirmi tutta di Gesù, ed a restare di me il solo velo che lo nasconda.

Fioretto

Oggi, per onorarmi, verrai tre volte a baciare il celeste piccino e gli darai l'oro della tua volontà, l'incenso delle tue adorazioni, la mirra delle tue pene, e mi pregherai che lo chiuda nel tuo cuore.

Giaculatoria

Mamma celeste, chiudimi nel muro della Divina Volontà, per alimentare il mio caro Gesù.