5° Giorno Novena di Natale

Amore solitario

Quinto Giorno / Quinta Ora

Quinto eccesso d'amore

Onde la voce interna proseguiva: "Figlia mia, non ti scostare da me, non mi lasciare solo, il mio Amore vuole la compagnia: un altro eccesso del mio Amore, che non vuole essere solo. Ma sai tu di chi vuole essere in compagnia? Della creatura! Vedi, nel seno della mia Mamma, insieme con me ci sono tutte le creature concepite insieme con me. Io sto con loro tutto amore; voglio dir loro quanto le amo, voglio parlare con loro per dire le mie gioie e i miei dolori, che sono venuto in mezzo a loro per renderle felici, per consolarle, che starò in mezzo a loro come un loro fratellino, dando a ciascuna tutti i miei beni, il mio Regno, a costo della mia morte; voglio dar loro i miei baci, le mie carezze, voglio trastullarmi con loro. Ma, ahi, quanti dolori mi danno! Chi mi fugge, chi fa il sordo e mi riduce al silenzio, chi disprezza i miei beni e non si cura del mio Regno; ricambiano i miei baci e carezze con la noncuranza e la dimenticanza di me, ed il mio trastullo lo convertono in amaro pianto... Oh, come sono solo, pure in mezzo a tanti! Oh, come mi pesa la mia solitudine! Non ho a chi dire una parola, con chi fare uno sfogo, neppure d'amore; sono sempre mesto e taciturno, perché se parlo non sono ascoltato.


Ah, figlia mia, ti prego, ti supplico, non mi lasciare solo in tanta solitudine, dammi il bene di farmi parlare con l'ascoltarmi; presta orecchio ai miei insegnamenti. Io sono il Maestro dei maestri; quante cose voglio insegnarti! Se tu mi darai ascolto, mi farai cessare di piangere e mi trastullerò con te; non vuoi tu trastullarti con me?".


E mentre mi abbandonavo in Lui, compatendolo della sua solitudine, la voce interna proseguiva: "Basta, basta, e passa a considerare il sesto eccesso del mio Amore".


Dal Libro di Cielo Volume 36 - Dicembre 25, 1938


Scrive Luisa Piccarreta: La mia povera mente continua il suo cammino nel Voler Divino [...] Onde mi son fermata nella discesa del Verbo sulla terra, ed io lo compativo nel vederlo solo. Ed il mio dolce Gesù, con una tenerezza indicibile, sorprendendomi mi ha detto: "Figlia mia carissima, tu ti sbagli; la solitudine fu da parte dell'ingratitudine umana, ma dalla parte divina e delle opere nostre, tutti Mi accompagnarono, né Mi lasciarono mai solo. Anzi tu devi sapere che insieme con Me scese il Padre e lo Spirito Santo; mentre Io restai con loro in Cielo, loro scesero con Me in terra. Siamo inseparabili; Noi stessi, se lo vogliamo, non possiamo separarci; al più Ci bilochiamo e, mentre teniamo il nostro trono in Cielo, formiamo il nostro trono in terra, ma separarci non mai! Al più il Verbo prese la parte operante, però concorrente sempre il Padre e lo Spirito.


Anzi nell'atto che scesi dal Cielo, tutti si mossero per farmi corteggio e per darmi gli onori a Me dovuti. Mi corteggiò il cielo con tutte le sue stelle, dandomi gli onori della mia immutabilità e del mio amore che mai finisce; Mi corteggiò il sole, dandomi gli onori della mia eterna luce, oh, come Mi decantò bene colla molteplicità dei suoi effetti! Posso dire [che] facendomi culla colla sua luce e col suo calore, nel suo muto linguaggio Mi diceva: 'Tu sei luce ed Io Ti onoro, Ti adoro, Ti amo con quella stessa luce con cui mi creasti'. Tutti Mi circondarono: il vento, il mare, il piccolo uccellino, tutti e tutto, per darmi l'amore, la gloria con cui li avea creati; e chi Mi decantava il mio impero, chi la mia immensità, chi le mie gioie infinite. Le cose create Mi facevano festa, e se Io piangevo anche loro piangevano, perché la mia Volontà risiedendo in esse le teneva a giorno di quello che Io facevo; ed oh, come si sentivano onorate nel fare ciò che faceva il loro Creatore!


Poi ebbi il corteggio degli Angeli, che non Mi lasciarono mai solo. E siccome tutti i tempi sono i miei, ebbi il corteggio del mio gran popolo che avrebbero vissuto nel mio Volere, il quale Me lo portava nelle sue braccia, ed Io Me lo sentivo palpitante nel mio Cuore, nel mio Sangue, nei miei passi; e solo al sentirmi investito da questo popolo, amato colla mia stessa Volontà, Mi sentivo come contraccambiato della mia discesa dal Cielo in terra. Era questo il mio scopo primario: di riordinare il Regno della mia Volontà in mezzo ai figli miei; mai avrei creato il mondo se non dovessi avere i figli che Mi somigliano e che non vivessero della mia stessa Volontà. Essa Si troverebbe nelle condizioni di una povera madre sterile, che non tiene potere di generare e che non può formarsi una famiglia a sé. Perciò la mia Volontà tiene potere di generare e di formarsi la sua lunga generazione, per formarsi la sua Famiglia Divina".


(E siccome, giustamente, la Maestà Suprema ama essere circondata e glorificata dalle stesse cose sue, dalle stesse sue opere, anche noi, per darle soddisfazione divina, seguiamo gli insegnamenti e l'operare di Luisa nella Divina Volontà:)


Volume 27 - Ottobre 24, 1929

Mi sentivo tutta abbandonata nel Fiat Divino, seguendo ed offrendo tutti gli atti suoi, tanto della Creazione quanto quelli della Redenzione e, giungendo al Concepimento del Verbo, dicevo tra me: "Come vorrei nel Voler Divino far mio il Concepimento del Verbo per poter offrire all'Ente Supremo l'amore, la gloria, la soddisfazione, come se un'altra volta il Verbo si concepisse!" Ma mentre ciò dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno mi ha detto: "Figlia mia, nella mia Divina Volontà l'anima tiene tutto in suo potere, non vi è cosa che la nostra Divinità abbia fatto, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, che il nostro Fiat Divino non ne possiede la sorgente, perché Esso non sperde nulla dei nostri atti, anzi è la depositaria di tutto. E chi possiede il nostro Voler Divino possiede la sorgente del mio concepimento, della mia nascita, delle mie lacrime, dei miei passi, delle mie opere, di tutto; i nostri atti non esauriscono mai, e come fa memoria e vuole offrire il mio concepimento, viene rinnovato il mio concepimento, come se di nuovo concepissi, risorgo a nuova nascita, le mie lacrime, le mie pene, i miei passi ed opere risorgono a novella vita e ripetono il gran bene che Io feci nella Redenzione.


Sicché chi vive nel nostro Voler Divino è la ripetitrice delle opere nostre, perché come della Creazione nulla si è sperduto di ciò che fu creato, così della Redenzione, tutto sta in atto di sorgere continuamente; ma chi Ci dà la spinta? chi Ci dà l'occasione di muovere le nostre sorgenti per rinnovare le opere nostre? Chi vive nel nostro Volere. In virtù di Esso, la creatura partecipa alla nostra forza creatrice, perciò tutto può far risorgere a novella vita; lei, coi suoi atti, colle sue offerte, colle sue suppliche, muove continuamente le nostre sorgenti, le quali, mosse come da un gradito venticello, formano le onde e straripando fuori, i nostri atti si moltiplicano e crescono all'infinito. Le nostre sorgenti sono simbolizzate dal mare: se il vento non lo agita, se non vengono formate le onde, le acque non straripano fuori e le città non restano bagnate. Così le nostre sorgenti di tante opere nostre, se il nostro Fiat Divino non le vuol muovere, o chi vive in Esso non si dà pensiero di formare nessun venticello cogli atti suoi, sebbene sono piene fino all'orlo, ma [tuttavia] non straripano fuori per moltiplicare i loro beni a pro delle creature.


Oltre di ciò, chi vive nel nostro Fiat Divino, come va formando gli atti suoi, questi atti salgono al principio da donde uscì la creatura; non restano nel basso, ma salgono tanto in alto, per cercare il seno di Colui donde uscì il primo atto della sua esistenza e, questi atti, si schierano intorno al Principio, ch'è Dio, come atti divini. Dio, nel vedere gli atti della creatura nella sua Divina Volontà li riconosce come atti suoi e si sente amato e glorificato come Lui vuole, col suo stesso amore e colla sua stessa gloria".


Preghiera Amor mio, Gesù, voglio tenerti compagnia, consolarti e manifestarti il mio amore, quindi, Ti bacio col bacio del tuo Volere. Tu non sei contento se Ti do il solo mio bacio, ma vuoi il bacio di tutte le creature, ed io perciò Ti do il bacio nel tuo Volere, perché in Esso trovo tutte le creature. E sulle ali del tuo Volere prendo tutte le loro bocche e Ti do il bacio di tutti. Ti bacio col bacio del tuo Amore, affinché non col mio amore Ti baci, ma col tuo stesso Amore, e Tu senta il contento, le dolcezze, la soavità del tuo stesso Amore sulle labbra di tutte le creature, in modo che tirato dal tuo stesso Amore Ti costringo a dare il bacio a tutte le creature. (Cfr. Vol. 12, Dicembre 6, 1917)


Vedi, Concepito mio Gesù, con noi c'è la Sovrana Regina. Mamma mia, voglio rinchiudermi in Te per poter rimanere col mio piccolo Gesù e fargli compagnia nella solitudine che soffre. Non voglio restare senza di Te; agli atti tuoi unisco i miei per formarne di tutti uno solo e per chiedere insieme a Te l'avvento del Regno del Volere Divino.


Mentre considero il Concepimento del Verbo, nascondo nel tuo seno materno il mio continuo Ti amo e tutte le mie pene per rendere ardente omaggio al Figlio di Dio. Voglio contemplare tutte le sue pene, per suggellarle col mio Ti amo, Ti benedico, Ti adoro e Ti ringrazio. Per quel medesimo smisurato amore che Lo fece discendere dal Cielo nella piccola prigione del tuo seno, offrendogli tutti i suoi atti uniti ai miei, io Gli chiedo di concederci presto il Regno della sua Volontà Divina. (Cfr.: Il Pio Pellegrinaggio dell'anima nell'Operato della Divina Volontà - Nona Ora)

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