1° Giorno Novena di Natale

Amore Trinitario

Primo Giorno / Prima Ora

Primo eccesso d'amore

In un'ora mi portavo col pensiero nel Paradiso e mi immaginavo la SS. Trinità: il Padre che mandava il Figlio sulla terra, il Figlio che prontamente ubbidiva al Volere del Padre, lo Spirito Santo che vi consentiva. La mia mente si confondeva nel mirare un sì grande mistero, un amore così reciproco, così eguale, così forte tra Loro e verso gli uomini, e poi l'ingratitudine degli uomini e specialmente la mia, che vi sarei stata non un'ora, ma tutto il giorno. Ma una voce interna mi diceva: "Basta; vieni e vedi altri eccessi più grandi del mio amore".

Dal Libro di Cielo Volume 23 - Dicembre 18, 1927

Stavo pensando - scrive Luisa Piccarreta - al grande amore quando il mio sommo Bene Gesù s'incarnò nel seno dell'altezza della Sovrana Signora e, come una creatura, sebbene senza macchia alcuna, poteva contenere un Dio? Ed il mio sempre amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto: "Figlia mia, la mia Mamma Celeste possedeva la mia Volontà, n'era talmente piena che rigurgitava di luce, ma tanto che le sue onde di luce s'innalzavano fin nel Seno della nostra Divinità, e facendosi vincitrice colla potenza del nostro Voler Divino che possedeva, vinse il Padre Celeste e nella sua luce rapì la Luce del Verbo, e Lo fece discendere fin nel suo seno nella stessa luce che s'era formato in virtù della mia Volontà Divina. Mai potevo scendere dal Cielo se non trovavo in Lei la nostra stessa Luce, la nostra stessa Volontà regnante in Lei; se ciò non fosse, sarebbe scendere fin dal primo momento in casa estranea, invece Io dovevo scendere in casa mia, dovevo trovare dove doveva scendere la mia Luce, il mio Cielo, le mie gioie senza numero, e la Sovrana Celeste col possedere la mia Volontà Divina Mi preparò questo soggiorno, questo Cielo, niente dissimile dalla Patria Celeste; non è forse la mia Volontà che forma il Paradiso di tutti i Beati? Onde come la Luce del mio Fiat Mi tirò nel suo seno e la Luce del Verbo discese, le luci si tuffarono insieme e la Vergine pura, Regina e Madre, con poche gocce di sangue che fece scorrere dal suo Cuore ardente, formò il velo della mia Umanità intorno alla Luce del Verbo, La racchiuse dentro; ma la mia Luce era immensa, e mentre la mia Mamma Divina racchiuse la sua sfera dentro il velo della mia Umanità che Mi formò, non potette contenere i raggi. Essi straripavano fuori, e più che sole - che dall'altezza della sua sfera quando sorge spande i suoi raggi sulla terra per rintracciare le piante, i fiori, il mare, le creature tutte, per dare a tutti gli effetti che contiene la sua luce, e come trionfante dall'altezza della sua sfera guarda il bene che fa e la vita che infonde in ciascuna cosa che investe - così feci Io; più che sole che sorge, da dentro il velo della mia Umanità i raggi che straripavano fuori andavano rintracciando tutte le creature, per dare a ciascuna la mia Vita ed i beni che ero venuto a portare sulla terra.

Questi raggi da dentro la mia sfera battevano ad ogni cuore, picchiavano forte per dirgli: 'Apritemi, prendete la vita che son venuto a portarvi'. Questo mio sole non tramonta mai e continua ancora a fare la sua via spandendo i suoi raggi, picchiando e ripicchiando il cuore, la volontà, le menti delle creature per dare la mia Vita. Ma quanti Mi chiudono le porte e giungono a ridersi della mia Luce? Ma è tanto il mio amore che con tutto ciò non Mi ritiro, continuo il mio sorgere continuo, per dar vita alle creature".

Dopo di ciò - continua Luisa - stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino ed il mio amato Gesù ha soggiunto:

"Figlia mia, ogni profezia che facevo ai miei Profeti della mia venuta sulla terra, era come un compromesso che facevo alle creature, di venire in mezzo a loro, ed i Profeti manifestandole disponevano i popoli a desiderare e volere un tanto bene; ed essi, nel riceverle queste profezie, ricevevano il deposito del compromesso, ed a seconda che andavo manifestando il tempo ed il luogo della mia nascita, così andavo aumentando la caparra del compromesso. Così sto facendo del Regno della mia Volontà; ogni manifestazione che faccio che riguarda il mio Fiat Divino è un compromesso che faccio, ogni sua conoscenza è una caparra di più che aggiungo, e se faccio i miei compromessi è segno che come venne il Regno della Redenzione, così verrà il Regno della mia Volontà. Le mie parole sono vite che metto fuori di Me, e la vita deve avere il suo soggiorno e produrre i suoi effetti. Credi tu che sia cosa da nulla una manifestazione di più o una di meno? è un compromesso di più che fa un Dio, ed i nostri compromessi non possono andar perduti, e quanti più compromessi facciamo, tanto più è vicino il tempo di realizzare i nostri compromessi e di metterli tutti al sicuro. Perciò richiedo da te somma attenzione e che nulla ti faccia sfuggire, altrimenti ti faresti sfuggire un compromesso divino, il che porterebbe delle conseguenze".

Volume 15 - Aprile 14, 1923

[...] Gesù a Luisa: "Tu devi sapere che quando voglio fare opere grandi, opere a cui tutta l'umana famiglia deve prendere parte - sempre che il volesse! - è mio solito di accentrare in una sola creatura tutti i beni, tutte le grazie che questa opera contiene, affinché tutti gli altri, come a fonte, possano attingere quel bene quanto ne vogliano. Quando faccio opere individuali do cose limitate, invece quando faccio opere che devono servire al bene generale, do cose senza limite. Ciò feci nell'opera della Redenzione: per poter elevare una creatura a concepire un Uomo e Dio, dovetti accentrare in Lei tutti i beni possibili ed immaginabili, dovetti elevarla tanto, da mettere in Lei il Germe della stessa fecondità Paterna, e come il mio Celeste Padre Mi generò vergine nel suo Seno, col Germe verginale della sua fecondità eterna, senza opera di donna, ed in questo stesso Germe procedette lo Spirito Santo, così la mia Celeste Mamma, con questo Germe eterno, tutto verginale della fecondità Paterna, Mi concepì nel suo seno vergine, senza opera d'uomo.

La Trinità Sacrosanta dovette dare del suo a questa Vergine Divina per poter concepire Me, Figlio di Dio. Mai la mia Santa Mamma poteva concepirmi, non avendo Lei nessun germe. Ora, siccome Lei era della razza umana, questo Germe della fecondità eterna diede virtù di concepirlo uomo, e siccome il Germe era divino, nel medesimo tempo Mi concepì Dio. E siccome nel generarmi, il Padre, nel medesimo tempo procedette lo Spirito Santo, così nel medesimo tempo che generai nel seno della mia Mamma, procedette la generazione delle anime. Sicché tutto ciò che ab aeterno successe alla Santissima Trinità in Cielo, ripete nel seno della cara Mamma mia.

L'opera era grandissima ed incalcolabile a mente creata; doveva accentrare tutti i beni ed anche Me stesso per fare che tutti potessero trovare ciò che volevano. Perciò dovendo essere l'opera della Redenzione tanto grande da travolgere tutte le generazioni, volli per tanti secoli le preghiere, i sospiri, le lacrime, le penitenze di tanti Patriarchi e Profeti e di tutto il popolo dell'Antico Testamento, e ciò feci per disporli a ricevere un tanto bene, e per muovermi ad accentrare in questa Celeste Creatura tutti i beni che tutti dovevano fruire. Ora, che moveva a pregare, a sospirare, eccetera, questo popolo? La promessa del futuro Messia! Questa promessa era come il germe di tante suppliche e lacrime. Se non ci fosse questa promessa, nessuno si sarebbe dato pensiero, nessuno avrebbe sperato salvezza.

Ora, figlia mia, veniamo alla mia Volontà. Tu credi che sia una Santità come le altre santità? Un bene, una grazia quasi pari alle altre che ho fatto per tanti secoli agli altri Santi ed a tutta la Chiesa? No, no! Qui si tratta d'una epoca nuova, d'un bene che deve servire a tutte le generazioni! Ma è necessario che tutto questo bene l'accentri primo in una sola, come feci nella Redenzione accentrando tutto nella mia Mamma. E vedi un po' come le cose vanno pari passo: per far venire la Redenzione e disporre le anime a questo, feci la promessa del futuro Messia, affinché con lo sperarlo non solo si disponessero, ma potessero trovare anche essi nel futuro Redentore la loro salvezza. Ora, per disporre le anime a vivere nel mio Volere e metterle a parte dei beni che Esso contiene e fare ritornare l'uomo sulla via della sua origine, come da Me fu creato, volli Io pregare per primo, facendo risuonare la mia voce da un punto all'altro della terra fin nell'alto del Cielo dicendo: "Padre nostro che sei nei Cieli". Non dissi: 'Padre mio', ma Lo chiamai Padre di tutta l'umana famiglia, per impegnarlo in ciò che doveva soggiungere: 'Che tutti santifichino il tuo Nome, affinché venga il Regno tuo sulla terra, e la tua Volontà si faccia come in Cielo così in terra'. Era questo lo scopo della Creazione, ed Io chiedevo al Padre che fosse compiuto. Come Io pregai, il Padre cedette alle mie suppliche, e formai il germe d'un tanto bene. E per fare che questo germe fosse conosciuto, insegnai agli Apostoli la mia preghiera, e questi la trasmisero a tutta la Chiesa, affinché, come il popolo del futuro Redentore trovavano la salvezza in Esso e si disponevano a ricevere il promesso Messia, così con questo germe formato da Me la Chiesa prega e ripete tante volte la stessa mia preghiera, e si dispone a ricevere che riconoscano ed amino il mio Celeste Padre come Padre loro, in modo da meritare d'essere amati da figli e ricevano il gran bene che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra.

Gli stessi Santi in questo germe ed in questa speranza che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra, hanno formato la loro santità, il martire ha sparso il suo sangue; non c'è bene che da questo germe non derivi. Sicché tutta la Chiesa prega. E così come le lacrime, le penitenze, le preghiere per avere il Messia erano dirette per quella Vergine eccelsa che dovevo disporre per accentrare un tanto bene per poter gli uomini dell'Antico Testamento ricevere il loro Salvatore, sebbene non conoscevano chi fosse quella Vergine eccelsa, così ora, la Chiesa quando recita il Pater Noster è proprio per te [Luisa] che prega, per far sì che Io accentri in te tutto il bene che contiene il mio Volere, il modo, il come che la Volontà Divina abbia vita in terra come in Cielo. E sebbene non sei conosciuta, la Chiesa, facendo eco alla mia preghiera: 'Sia fatta la Volontà tua come in Cielo così in terra', Mi prega, Mi pressa che accentri tutto questo bene in una seconda Vergine, affinché, come un'altra salvatrice, salvi l'umanità pericolante, e, facendo uso del mio inseparabile Amore e Misericordia, Io esaudisca la mia stessa preghiera unita a quella di tutta la Chiesa, ed Io faccia ritornare l'uomo alla sua origine, allo scopo con cui l'ho creato, cioè: che la mia Volontà si faccia in terra come in Cielo. E' questo proprio il vivere nel mio Volere; tutto ciò che ti vado manifestando a questo ti spinge; in questo ti confermo; questo è il gran fondamento che vado formando nell'anima tua. E per far ciò, vo accentrando tutte le grazie passate, presenti e future che ho fatto a tutte le generazioni; anzi, le raddoppio, le moltiplico, perché essendo il mio Volere la cosa più grande, più santa, più nobile, che non ha né principio né fine, per deporlo in una creatura è giusto e decoroso che accentri in essa tutti i beni possibili, grazie innumerevoli, purità e nobiltà divina, affinché abbia lo stesso corteggio che tiene nel Cielo, questa mia Volontà. E' la stessa che operò nella Redenzione, che volle servirsi d'una Vergine; quali portenti e prodigi di grazie non operò in Essa? La mia Volontà, Lei è grande, contiene tutti i beni e nell'operare agisce da magnanima! E se si tratta di fare opere, di fare bene a tutta l'umanità, mette a repentaglio tutti i suoi beni!

Ora vuol servirsi d'una altra vergine per accentrare la sua Volontà e dar principio a far conoscere che la sua Volontà si faccia in terra come in Cielo. E se nella Redenzione volle venire a salvare l'uomo perduto, a soddisfare le sue colpe - cui lui era impotente di farlo -, a dargli un rifugio e tant'altri beni che la Redenzione contiene, ora, la mia Volontà, volendo sfoggiare più in Amore che nella stessa Redenzione, col fare che si faccia in terra come in Cielo viene a dare all'uomo il suo stato d'origine, la sua nobiltà, lo scopo con cui fu creato, viene ad aprire la corrente tra la Volontà sua e l'umana, in modo che assorbita da questa Volontà Divina, dominata, le darà vita in Essa e Lei regnerà in terra come in Cielo".

Preghiera 'Vieni, o Voler Supremo, a regnare sulla terra, investi tutte le generazioni, vinci e conquidi tutti!'

(Vol. 35 - Novembre 20, 1937)