20° Giorno La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà

La Vergine fù il cielo tempestato di stelle. In questo cielo, il sole del Fiat Divino già sfolgora coi suoi raggi fulgidissimi e riempie cielo e terra. Gesù nel seno della sua Mamma.

Preghiera alla Celeste Regina, per ogni giorno del mese di Maggio/Ottobre

Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti in questo mese a te consacrato la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino, e stretta alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini per farmi comprendere che significa "Volontà di Dio". Ave Maria...

Fioretto del Mese

La mattina, (a) mezzogiorno e (a) sera, cioè tre volte al giorno, andare sulle ginocchia della nostra Mamma celeste e dirle: "Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno.

Audio del 20° Giorno La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà

L'anima alla sua Madre Regina

Eccomi a te di nuovo, mia Mamma celeste; vengo a rallegrarmi con te, ed inchinandomi ai tuoi santi piedi, ti saluto piena di grazia e Madre di Gesù. Oh, non più troverò sola la Mamma mia, ma troverò insieme con te il mio piccolo prigioniero Gesù! Sicché saremo in tre, non più (in) due: insieme la Mamma, Gesù ed io. Qual fortuna per me, che se voglio trovare il mio piccolo Re Gesù, basta trovare la Mamma sua e mia! Deh, o Mamma santa, nell'altezza di Madre d'un Dio in cui ti trovi, abbia pietà della misera e piccola figlia tua, e dì la prima parola per me al piccolo prigioniero Gesù, ché mi dia la grande grazia di vivere della sua Volontà Divina.

Lezione della Regina del cielo, Madre di Gesù

Mia cara figlia, oggi ti aspetto più che mai. Il mio materno cuore è gonfio; sento il bisogno di sfogare il mio ardente amore con la figlia mia: voglio dirti che sono Madre di Gesù. Le mie gioie sono infinite; mari di felicità mi inondano. Io posso dire: sono Madre di Gesù; la sua creatura, la sua ancella è Madre di Gesù, e solo al Fiat lo debbo. (Esso) mi rese piena di grazia, preparò la degna abitazione al mio Creatore. Perciò, gloria sia sempre, onore, ringraziamento al Fiat supremo.

Ora ascoltami, figlia del mio cuore. Non appena fu formata con la potenza del Fiat supremo la piccola umanità di Gesù nel mio seno, il sole del Verbo Eterno s'incarnò in essa. Io avevo il mio cielo, formato dal Fiat, tutto tempestato di stelle fulgidissime, che scintillavano gioie, beatitudini, armonie di bellezza divine, ed il sole del Verbo eterno, sfolgorante di luce inaccessibile, venne a prendere il suo posto dentro di questo cielo, nascosto nella sua piccola umanità; e non potendolo contenere, il centro di (questo) sole stava in essa, ma la sua luce straripava fuori, ed investendo cielo e terra giungeva ad ogni cuore, e col suo picchio di luce (bussava) a ciascuna creatura, e con voci di luce penetrante diceva (loro):

"Figli miei, apritemi; datemi il posto nel vostro cuore; sono sceso dal cielo in terra per formare in ciascuno di voi la mia vita; la mia Madre è il centro dove risiedo, e tutti i miei figli saranno la circonferenza, dove voglio formare tante mie vite per quanti figli ci sono."

E la luce picchiava e ripicchiava senza mai cessare, e la piccola umanità di Gesù gemeva, piangeva, spasimava, e dentro di quella luce, che giungeva nei cuori, faceva scorrere le sue lacrime, i suoi gemiti ed i suoi spasimi d'amore e di dolore.

Or tu devi sapere che la tua Mamma incominciò una nuova vita. Io ero a giorno di tutto ciò che faceva il Figlio mio. Lo vedevo divorato da mari di fiamme d'amore; ogni suo palpito, respiro e pena, erano mari d'amore che sprigionava, (con cui) involgeva tutte le creature per farle sue a forza d'amore e di dolore. Perché tu devi sapere che, come fu concepita la sua piccola umanità, concepì tutte le pene che doveva soffrire, fino all'ultimo (giorno) della sua vita. Racchiuse in sé stesso tutte le anime, perché, come Dio, nessuno gli poteva sfuggire. La sua immensità racchiudeva tutte le creature, la sua onniveggenza gli faceva tutte presenti. Quindi il mio Gesù, il Figlio mio, sentiva il peso ed il fardello di tutti i peccati di ciascuna creatura. Ed io, la Mamma tua, lo seguivo in tutto, e sentii nel mio materno cuore la nuova generazione delle pene del mio Gesù, e la nuova generazione di tutte le anime, che, come Madre, dovevo generare insieme con Gesù alla grazia, alla luce (e) alla vita novella che il mio caro Figlio venne a portare sulla terra.

Figlia mia, tu devi sapere che, dacché io fui concepita, ti amai da madre, ti sentivo nel mio cuore, ardevo d'amore per te, ma non capivo il perché. Il Fiat divino mi faceva fare i fatti, ma mi teneva celato il segreto. Ma come s'incarnò, mi svelò il segreto, e compresi la fecondità della mia maternità, che non solo dovevo essere Madre di Gesù, ma Madre di tutti, e questa maternità doveva essere formata sul rogo del dolore e dell'amore. Figlia mia, quanto ti ho amato e ti amo!

Ora ascoltami, figlia cara, dove si può giungere quando il Divino Volere prende la vita operante nella creatura, e la volontà umana lo lascia fare senza impedirgli il passo. Questo Fiat, che in natura possiede la virtù generativa, genera tutti i beni nella creatura: la rende feconda, dandole la maternità su tutti, sopra di tutti i beni, e sopra di colui che l'ha creata. Maternità dice e significa vero amore: amore eroico, amore che si contenta di morire per dar vita a chi ha generato; se non c'è questo, la parola maternità è sterile, è vuota e si riduce a parole, ma coi fatti non esiste. Quindi, figlia mia, se vuoi la generazione di tutti i beni, fa che il Fiat prenda in te la vita operante, il quale ti darà la maternità ed amerai tutti con amore di madre; ed io, la Mamma tua, ti insegnerò il modo come fecondare in te questa maternità tutta santa e divina.

L'anima: Mamma santa, mi abbandono nelle tue braccia. Oh, come vorrei bagnarti le tue mani materne delle mie lacrime, per muoverti a compassione dello stato della povera anima mia! Deh, se mi ami da mamma, chiudimi nel tuo cuore, ed il tuo amore bruci le mie miserie, le mie debolezze; e la potenza del Fiat divino, che tu possiedi da Regina, formi la sua vita operante in me, in modo che possa dire: "La Mamma è tutta per me, ed io sono tutta per lei."

Fioretto

Oggi, per onorarmi, per ben tre volte, a nome di tutti, ringrazierai il Signore ché s'incarnò e si fece prigioniero nel mio seno, dandomi il grande onore di eleggermi per Madre sua.

Giaculatoria

Mamma di Gesù, fammi da mamma e guidami nella via della Volontà di Dio.

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(20° bis) La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà. Nella foga del suo amore, Maria, sentendosi Madre di Gesù, si avvia in cerca di cuori da santificare. Visita a S. Elisabetta; santificazione di Giovanni.

L'anima alla sua Madre celeste

Mamma celeste, la tua povera figlia ha bisogno estremo di te! Essendo tu la Madre mia e la Madre di Gesù, io sento il diritto di stare vicina a te, di mettermi al tuo fianco, di seguire i tuoi passi per modellare i miei. Deh, Mamma santa, dammi la mano e conducimi con te, affinché io possa imparare a comportarmi bene nelle diverse azioni della mia vita.

Lezione della Regina del cielo

Figlia benedetta, quanto mi è dolce la tua compagnia! Nel vedere che vuoi seguirmi per imitarmi, sento refrigerio alle fiamme d'amore che mi divorano. Oh, sì, avendoti vicina, potrò con più facilità insegnarti a vivere di Volontà Divina. Mentre mi segui, ascoltami: Appena diventai Madre di Gesù e Madre tua, i miei mari d'amore si raddoppiarono, e non potendo contenerli tutti sentivo il bisogno di espanderli e di essere, anche a costo di grandi sacrifici, la prima portatrice di Gesù alle creature. Ma che dico, sacrifici? Quando si ama davvero, i sacrifici, le pene, sono refrigeri, sono sollievi e sfoghi dell'amore che si possiede. Oh, figlia mia, se tu non provi il bene del sacrificio, se non senti come esso rechi le gioie più intime, è segno che l'amore divino non riempie tutta l'anima tua, e quindi che la Divina Volontà non regna Regina in te. Essa sola dà tale forza all'anima, da renderla invincibile e capace di sopportare qualunque pena.

Metti la mano sul tuo cuore ed osserva quanti vuoti d'amore siano in esso. Rifletti: quella segreta stima di te stessa, quel turbarti per ogni minima contrariata, quei piccoli attacchi che senti a cose ed a persone, quella stanchezza nel bene, quel fastidio che ti cause ciò che non ti va a genio, equivalgono ad altrettanti vuoti d'amore nel tuo cuore; vuoti che, pari a febbrette, ti privano della forza e del desiderio di colmarti di Volontà Divina. Oh, come sentirei anche tu la virtù refrigerante e conquistatrice nei tuoi sacrifici, se ti empirai di amore questi tuoi vuoti!

Figlia mia, dammi ora la mano e seguimi, perché io continuerò a darti le mie lezioni.

Mi partii dunque da Nazareth accompagnata da San Giuseppe, affrontando un lungo viaggio e valicando montagne per andare a visitare nella Giudea Elisabetta, che a tarda età era miracolosamente diventata madre.

Io mi recavo da lei, non già per farle una semplice visita, ma bensì perché ardevo dal desiderio di portarle Gesù. La pienezza di grazia, di amore, di luce che sentivo in me mi spingeva a portare, a moltiplicare, a centuplicare la vita di mio Figlio nelle creature.

Sì, figlia mia, l'amore di Madre che ebbi per tutti gli uomini e per te in particolare fu così grande, che io sentii il bisogno estremo di dare a tutti il mio caro Gesù, affinché tutti Lo potessero possedere ed amare. Il diritto di Madre largitomi dal Fiat mi arricchì di tale potenza, da moltiplicare tante volte Gesù quante erano le creature che Lo volevano ricevere. Questo era il più grande miracolo che io potevo compiere: tenere pronto Gesù, per darlo a chiunque lo desiderasse. Come mi sentivo felici!

Quanto vorrei che anche tu, figlia mia, avvicinandoti alle persone e facendo visite, fossi sempre la portatrice di Gesù, capace di farlo conoscere e desiderosa di farlo amare.

Dopo parecchi giorni di viaggio giunsi finalmente nella Giudea e premurosamente mi recai alla casa di Elisabetta. Essa mi venne incontro festante. Al saluto che le diedi, successero fenomeni meravigliosi. Il mio piccolo Gesù esultò nel mio seno, e fissando coi raggi della propria Divinità il piccolo Giovanni nel seno della madre sua; lo santificò, gli diede l'uso di ragione e gli fece conoscere che egli era il Figlio di Dio. Giovanni allora sussulto così fortemente di amore e di gioia, che Elisabetta si sentì scossa; colpita anch'essa dalla luce della Divinità del Figlio mio, conobbe che io ero diventata la Madre di Dio, e nell'enfasi del suo amore, tremebonda di gratitudine, esclamò: "Donde a me tanto onore, che la Madre del Signore mio venga a me?"

Io non negai l'altissimo mistero, anzi lo confermai umilmente. Inneggiando a Dio col canto del Magnificat, cantico sublime, per mezzo del quale continuamente la Chiesa mi onora, annunziai che il Signore aveva fatto grandi cose in me sua ancella, e che per questo tutte le genti mi avrebbero chiamata beata.

Figlia mia, io mi sentivo struggere dal desiderio di dare uno sfogo alle fiamme d'amore che mi consumavano e di esternare il mio segreto ad Elisabetta, la quale anch'essa sospirava il Messia sulla terra. Il segreto è un bisogno del cuore che irresistibilmente si rivela alle persone capaci d'intendersi.

Chi potrà mai dirti quanto bene abbia recato la mia visita ad Elisabetta, a Giovanni, a tutta quella casa? Ognuno restò santificato, pieno d'allegrezza, avvertì gioie insolite, comprese cose inaudite, e Giovanni in particolare ricevette tutte le grazie che gli erano necessarie per prepararsi ad essere il Precursore del Figlio mio.

Figlia carissima, la Divina Volontà fa cose grandi ed inaudite ovunque Essa regna; se io operai tanti prodigi, fu perché essa teneva il suo posto regio in me. Se anche tu lascirai regnare il Divin Volere nell'anima tua, diverrai tu pure la portatrice di Gesù alle creature, sentirai anche tu l'irresistibile bisogno di darlo a tutti!

L'anima

Mamma santa, quanto ti ringrazio per le tue belle lezioni! Sento che esse hanno tal potere su di me, da farmi sospirare continuamente di vivere nella Divina Volontà. Ma per ottenere questa grazia, vieni, scendi insieme con Gesù nell'anima mia, rinnova a me la visita che facesti a S. Elisabetta ed i prodigi che per lei operasti. Ah sì, Mamma mia, portami Gesù, santificami; con Gesù saprò fare la sua SS. Volontà.

Fioretto

Per onorarmi, reciterai tre volte il Magnificat, in ringraziamento della visita che io feci a S. Elisabetta.

Giaculatoria

Mamma santa, visita l'anima mia e prepara in essa una degna abitazione alla Divina Volontà.